Intermodalità, il mosaico possibile per flotte efficienti
Le due ruote - intese come bici, scooter e monopattini elettrici -, ma anche altre soluzioni di trasporto sono sempre più integrate nel parco veicolare aziendale.
Da Geotab Team
14 marzo 2024
•5 minuti di lettura
Quando si parla di flotte aziendali e di consegne si tende a pensare a veicoli come gli LCV (commerciali leggeri), i furgoni colorati e “brandizzati”, con motore ad alimentazione tradizionale, che girano tutto il giorno per portare a destinazione gli articoli acquistati.
In realtà, un po’ per caratteristiche logistiche (dei luoghi), un po’ per rispondere all’impegno di decarbonizzazione dei trasporti imposto a livello europeo, sono diverse le possibilità a disposizione dei fleet manager senza ricorrere al caso-limite di Venezia, dove l’intera mobilità è legata alla corrente della Laguna e i corrieri devono spostarsi via acqua.
Partiamo dalle biciclette e dagli scooter, mezzi in dotazione principalmente agli operatori del ramo home delivery (consegna a domicilio). Ce ne sono tanti in servizio e il loro numero è destinato a crescere. Chi opera nel settore prevede infatti che l’abitudine di farsi portare a casa cibo o altro sia destinata a radicarsi nei costumi del nostro Paese anche quando l’emergenza pandemica sarà dichiarata finita.
Il riversamento sulle strade di sempre più rider (come sono chiamati i corrieri con l’immancabile baule termico sulle spalle o sul sellino) non porta con sé automaticamente un risvolto negativo. Bici e scooter sono mezzi agili; entrambi, poi, si sono aperti da tempo alla trazione full electric, entrando così (per le bici, in verità, l’indicazione valeva già) nel novero della mobilità sostenibile.
Con queste due parole si indica l’insieme di quelle soluzioni di spostamento che permettono di conseguire un triplice risultato in termini di riduzione di alcune classi di impatto sulla collettività:
- ambientale (quando si guarda all’inquinamento da gas di scarico e acustico);
- sociale (presenza di troppi veicoli ingombranti sulle strade, pericolo di incidenti) ;
- economico (spese per il trasporto, possibili ricadute sul decoro delle città, richiesta di infrastrutture specifiche con conseguente consumo di suolo)
Come possono arrivare le merci al tratto da percorrere sulle due ruote a batteria? Le principali metodologie di trasporto sono:
- gomma (camion)
- ferro (treno)
- mare (navi container)
- aria (aerei cargo)
La loro combinazione si riassume in un termine: intermodalità.
Intermodalità nelle flotte, il coraggio di cambiare
Secondo l’analisi di Geotab uno dei trend che guideranno il futuro della mobilità delle flotte ruota intorno ai processi di ottimizzazione.
Sotto l’occhio attento dei fleet manager (anche detti mobility manager) finiranno sempre più i dati relativi ai percorsi, nonché il numero dei veicoli del parco circolante e la loro dimensione.
L’obiettivo è quello di riuscire a disegnare nel miglior modo la strada su cui muoversi, ma, soprattutto, di far sì che ciascun mezzo sia utilizzato al pieno della sua capacità, avendo anche il coraggio di cambiare e di orientarsi verso scelte meno convenzionali, ma più efficaci, rispetto al core business come le microcar (quadricicli leggeri/pesanti).
Ecco così che il numero dei veicoli potrà scendere, oppure potrà mutare la ripartizione interna della flotta, con un incremento dei furgoni, in larga parte elettrici - e, perché no?, anche di e-bike e scooter con la stessa trazione - destinati alle consegne a domicilio.
Biciclette e motorini zero emissioni non sono tuttavia al centro solo del mondo dei rider professionisti. Alcune aziende stanno infatti incentivando l’utilizzo delle due ruote senza motore per il tragitto casa-lavoro inserendola all’interno del pacchetto welfare.
In un caso come nell’altro, sicurezza e salute dei conduttori rimangono al centro dei pensieri dei mobility manager. Gli strumenti di localizzazione e i dati sull’uso dei mezzi consentono di orientare l’operatività verso livelli di efficientamento via via più elevati.
Una composizione della flotta allargata al di fuori di autovetture e LCV e il ricorso alla trazione totalmente elettrica permettono un raggio di operatività praticamente senza limiti. Non vi sarà infatti luogo o mansione che non potranno essere portati a termine, sia che si parli di movimentazione delle persone, sia che si tratti di trasporto merci.
I costi di gestione del business saranno decisamente minori, perché si elimineranno le spese per il rifornimento, si potranno seguire percorsi inibiti al traffico, caleranno ulteriormente le già basse richieste economiche per la manutenzione dei veicoli elettrici.
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Il fenomeno monopattino e la sua diffusione nei trasporti
E-bike e scooter elettrici sono compresi sotto il più generico cappello “micromobilità”, a cui si richiamano anche i monopattini a batteria che si vedono circolare, con le insegne di diversi operatori, sulle strade delle nostre città.
Sulla scia di LeasePlan e del suo noleggio auto “integrato” (comprensivo di monopattino con pochi euro aggiuntivi al mese), anche altri grandi operatori del settore renting hanno seguito questo stesso percorso.
Il settore dei trasporti e l’assetto urbanistico delle nostre città sono destinati a lasciarsi plasmare radicalmente dall’arrivo di queste soluzioni di trasporto, ideali per brevi percorrenze o per l’ultimo miglio, ad esempio muoversi da un parcheggio di interscambio al confine con una ZTL.
Approfondisci il tema micromobilità ed evoluzione degli spostamenti.
L’Osservatorio sulla mobilità aziendale Top Thousand, che riunisce Fleet e Mobility Manager di grandi aziende, e la rivista Fleet Magazine hanno curato una survey dal titolo “La micromobilità entra in azienda?, interpellando più di 100 realtà di varie dimensioni e di area merceologica differente, per un totale di oltre 118.000 veicoli.
Una su dieci le realtà che si sono mosse in tal senso, prevedendo biciclette e scooter - anche elettrici -, oltre a monopattini e microcar, all’interno della propria flotta, soglia che sale quando si limitano gli spostamenti all’ambito cittadino.
Quasi un fleet manager su quattro è possibilista circa l’ingresso della micromobilità nell’operatività aziendale, mentre il 15% degli intervistati ancora lontani da quel mondo si è dichiarato pronto in futuro a mutare rotta.
Alcuni numeri: bici elettriche e scooter sono attestati a un 25%. Le biciclette tradizionali seguono al 18%, staccate di un solo punto dai monopattini. Più contenuta la quota di scooter elettrici (8%) e microcar (7%).
Se l’acquisto permane al momento il canale prediletto, la presenza di formule integrate rispetto al noleggio (come quelle richiamate più sopra) e l’apertura al mondo delle aziende da parte degli operatori della sharing mobility (mobilità in condivisione) indirizzano decisamente verso una modifica del quadro di riferimento.
Guida autonoma per le strade e nei cieli, la prossima frontiera
Come si è detto, l’intermodalità nei trasporti, specialmente nella sua declinazione elettrica, è in predicato di rivestire un ruolo di crescente importanza per gli operatori del settore consegne (e-commerce - ossia, acquisti on line -, home delivery, spedizioni espresso).
Le previsioni sul futuro della supply chain (catena di approvvigionamento)
Si stanno nel frattempo affacciando altre soluzioni: veicoli a guida autonoma su gomma, che sono già una realtà in America, e droni (per le flotte dell’aria).
Alcuni esempi: FedEx ha avviato da Houston (Texas) una sperimentazione con i veicoli driverless della start-up statunitense Nuro per portare direttamente a casa i pacchi dei clienti; Ford ha un accordo in essere con ARGO AI e Walmart relativamente agli articoli acquistati presso la catena di negozi al dettaglio; Renault ha condensato parte dei suoi sforzi progettuali per il futuro della mobilità sul concept EZ-PRO.
Scout è il nome che Amazon ha dato al suo piccolo robot a batteria su sei ruote, che ha debuttato per un test a Seattle due anni fa. Oltreoceano Piaggio Fast Forward (PFF) ha riscoperto il suo carrier (soluzione di trasporto) “follow me” elettrico Gita, iniziando a testarlo, tra gli altri, nell’attività di home delivery in Kentucky.
Yape (acronimo per Your Autonomous Pony Express) della milanese e-Novia è nato invece in Italia ed è stato messo alla prova per la prima volta nel 2017 per le strade di Cremona per poi aprirsi all’America e all’Asia: robot elettrico su due ruote, è accreditato di un’ottantina di chilometri di autonomia e di capacità maggiori rispetto ai concorrenti (fino a 70 chilogrammi verso la ventina di Scout e Gita).
A Logan (località dell’Australia vicina alla capitale Brisbane) il drone della società Wing, che fa capo al gruppo Alphabet (holding di Google), ha realizzato 100.000 consegne negli ultimi due anni.
Mentre il progetto di Uber Eats è ancora fermo a terra, nei cieli americani i piccoli velivoli autonomi di Amazon (
flotta Prime Air), autorizzati dallo scorso anno, contendono l’aria a quelli di FedEx, nonché ai mezzi per la consegna di medicinali, campioni di sangue e - ora - anche vaccini in ambiente refrigerato, gestita da Ups. Un elenco già avviato ad arricchirsi rapidamente.
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